UN CANNIBALE DI NOME JEFFREY

Lun, 21/05/2018

Jeffrey Lionel Dahmer (West Allis, 21 maggio 1960 - Portage, 28 novembre 1994) è stato un serial killer statunitense, noto anche come "Il cannibale di Milwaukee o Il mostro di Milwaukee".  Tra il 1978 e il 1991 fu Responsabile 17 omicidi, praticava atti di violenza sessuale, necrofilia, cannibalismo e squartamento. Dahmer naturalmente era un necrofilo. Si dice che fin da piccolo fosse ossessionato dalla morte e che andasse in giro per le strade a cercare animali morti da sezionare. Avendo praticato il cannibalismo, conservava come detto i resti delle sue vittime, collezionando le loro ossa e mangiando parti delle carni dei suoi amanti assassinati.
Fortemente alcoolizzato, la sua personalità era squilibrata e stravolta, ma non folle nel senso psichiatrico del termine, infatti al processo venne ritenuto capace di intendere e volere. Dahmer aveva numerosi disturbi sessuali, pur omosessuale, detestava la categoria dei omossessuali, soprattutto se si trattava di uomini di colore. Adescava i suoi partner nei bar per omosessuali ed era spinto dall'ossessivo impulso di ricercare rapporti sadomaso che finivano con la morte per strangolamento della vittima.
Il caso Dahmer viene risolto il 22 luglio del 1991, quando un uomo di nome Tracy Edwards si presentò alla polizia di Milwakee in evidente stato di choc dicendo di essere stato tenuto in ostaggio da un uomo sotto minaccia di un coltello. Quando la polizia, guidata dal ragazzo, arrivò sul luogo indicato, furono accolti da un fetore da levare il fiato, e che faceva capire che vi fosse qualcosa in decomposizione.
Neanche nei peggiori degli incubi si può pensare che esistesse una cosa del genere. Philip Arreola, il poliziotto che entrò nella casa per primo, si trovò di fronte uno spettacolo agghiacciante: membra asportate e tenute in casse di legno, tre teste conservate qua e là, tre in frigo e altre tre in cima all'armadio. Sconvolti da questo spettacolo, i poliziotti fecero una perquisizione dettagliata di ogni centimetro quadrato della sua casa.
Trovarono i suoi "strumenti di lavoro"; seghe, secchi di metallo, coltelli da macellaio, trapani e quant'altro, ossa e teschi umani conservati con cura, casse di acido piene di resti umani, genitali mummificati conservati dentro un cappello mentre nell'armadio venne rinvenuta una mano di uomo.
La perquisizione portò a un probabile numero dei suoi omicidi: quindici. In seguito, il mostro ne confessò altri due, per i quali non è mai stato possibile trovare prove sufficienti per poterlo alla condanna. 
- Nel 1992, per i 15 omicidi scampò alla pena di morte perché in Wisconsin non è prevista, ma bastarono comunque per spedirlo all'ergastolo.
Il 28 novembre 1994, Jeffrey Dahmer ha comunque trovato la morte in carcere, per mano dello schizofrenia Christopher Scarver, detenuto per omicidio della moglie, che uccise Dahmer con la convinzione di eseguire una volontà divina, sfondandogli il cranio nelle docce della prigione. Numerosi detenuti avevano già manifestato la volontà di non volerlo con loro, dichiarazioni che di fatto rappresentavano minaccia di morte. 
Dopo la sua morte le autorità hanno voluto che il suo cervello fosse donato alla scienza, nella speranza o illusione, che un giorno attraverso il suo studio divenga possibile capire l'origine degli orrendi crimini di cui si è macchiato.

David Zahedi