500 MIGLIA DI INDIANAPOLIS
Il 30 maggio 1911, sul Circuito di Indianapolis realizzata nel 1909, viene svolta la prima manifestazione della 500 miglia di Indianapolis.
Attualmente, chiunque può partecipare alle qualifiche, purché disponga di una vettura con pneumatici Firestone, motori Honda e Chevrolet e telaio Dallara DW12. La corsa si svolge in occasione del Memorial Day, l’ultimo lunedì di maggio, il giorno in cui gli Stati Uniti commemorano i caduti in guerra, ma le prove libere durano per l’intero mese di maggio. La gara, diversamente dalla F1, prevede che le vetture prendano il via con la partenza lanciata, che si verifica con tre macchine disposte in fila per undici file. La bandiera a scacchi, dal 1911, viene sventolata dopo 200 giri, che corrispondono a 500 miglia.
La 500 Miglia di Indianapolis nacque ufficialmente il 30 maggio 1911, su un totale di 200 giri. Il vincitore della prima edizione fu Ray Harroun, aggiudicandosi il montepremi di 27.550 dollari.
- Nel 1912, l’anno successivo, venne stabilito il numero massimo di 33 partecipanti, valido ancora oggi. L’attenzione da parte del pubblico diventò sempre più crescente, tanto che ne presoro parte anche marchi europei come Peugeot, vincitrice nel 1913, 1916 e 1919, la Fiat e Mercedes.
Dopo la sospensione della Seconda Guerra Mondiale, tra gli anni 50 e 60, la 500 Miglia di Indianapolis viene considerata valida come gara per il Mondiale di Formula 1, allo scopo di avvicinare due tra le competizioni automobilistiche più importanti al mondo; il tentativo, tuttavia, si rivela fallimentare, e dal 1960 in poi il progetto viene abbandonato.
Gli europei, in quel periodo, per i costi soprattutto, preferiscono non prendere parte alla trasferta Oltreoceano. Tra i pochi a provarci ci c'era Alberto Ascari, a bordo di una Ferrari 375 F1 modificata, e Jack Brabham, a bordo una Cooper da F1 modificata. Ci furono gli anni in cui alla corsa si iscrivono futuri campioni di Formula 1 come Jim Clark, vincitore del 1965, e di Graham Hill, che trionfa l’anno successivo con la sua Lola-Ford; ma anche di Jackie Stewart, che nel 1966 viene eletto Matricola dell’Anno.
Negli anni 70, Indianapolis diventa territorio di conquista per gli inglesi, tra Lola, McLaren e March: quest’ultima scuderia vincerà cinque edizioni consecutive, dal 1983 al 1987.
- Nel 1977, Janet Guthrie fu la prima donna a qualificarsi per la 500 Miglia di Indianapolis, segnando la definitiva conclusione di un periodo in cui le donne non potevano neanche entrare nella pit-lane.
Tra il 1995 e il 2011 sono solo quattro i piloti americani a tagliare per primi il traguardo: nel frattempo, l’elenco di driver alla partenza si globalizza sempre di più, con gli esordi di Paesi come il Giappone con l’ex Formula 1 Takuma Sato, il Belgio con Bertrand Baguette, il Sudafrica con Tomas Scheckter o la Svizzera con Simona De Silvestro.
Tra le varie tradizioni che caratterizzano l’evento, si ricordano il colpo di cannone che annuncia, alle sei della domenica mattina, l’apertura dello speedway, e il “Last row party”, festa organizzata il venerdì prima della corsa che intende celebrare simpaticamente gli ultimi 3 qualificati.
Al termine della competizione, la vettura e il pilota che hanno vinto entrano nella Victory Lane, per tradizione il vincitore alla fine della gara beve del latte, una tradizione iniziata dal 1936 quando Louis Meyer dopo aver vinto venne immortalato dai fotografi con in mano una bottiglia di latte ghiacciato. L’appuntamento con il latte è divenuto tanto rituale al punto che spesso le aziende produttrici di latte sponsorizzano la corsa.
Francesco Veramini