Impressionismo
L'Impressionismo è una corrente artistica di origine francese nata nella seconda metà dell'Ottocento .
Tale movimento fonda le sue premesse nel Romanticismo, avendo questo riportato l'attenzione sul paesaggio, già riabilitato dalla pittura di Camille Corot, sulla soggettività dell'artista e sull'emozione, resa anzitutto con il colore e con pennellate veloci che negano il disegno come mezzo di costruzione volumetrica. Importante fu anche l'influsso orientale, derivato dalle Esposizioni universali parigine che incrementarono l'interesse per l'esotico (divenuto poi una vera e propria moda), fondamentale nella pittura di Paul Gauguin.
I soggetti prediletti riguardano la realtà quotidiana, eredità del Realismo, anche se con una notevole differenziazione, all'interno del movimento, tra artista e artista: alcuni, come Renoir, si dedicarono prevalentemente alla figura umana, altri, come Monet, quasi esclusivamente al paesaggio, naturalistico quanto cittadino: è importante sottolineare che le vedute urbane impressioniste perdono la tradizionale criticità nei confronti del mondo cittadino e ne introducono una visione positiva, quasi affascinata.
L'importanza della luce nel movimento impressionista fu in parte determinata dalla teoria dell'accostamento dei colori (E. Chevreul), che, suggerendo di evitarne il mescolamento, esaltava la maggior brillantezza e vivacità delle rappresentazioni.
Le premesse della rivoluzione impressionista si pongono nel 1863 con l'esposizione del "Déjeuner sur l'herbe" di Manet al Salon des Refusès. L'opera suscitò grande scandalo almeno quanto la prima esposizione impressionista del 1874 presso lo studio del fotografo Nadar, alla quale parteciparono: Claude Oscar Monet, Alfred Sisley, Hilaire German Edgar Degas, Jacob Camille Pissarro, Paul Cézanne e altri artisti. La critica fu sconvolta dall'affronto impressionista, un movimento moderno, fresco, che rinnegava la tradizione accademica. Il nome del movimento si deve all'opera Impression, soleil levant di Monete in un primo momento riflesse un'accezione negativa riferibile alla presunta incompletezza delle opere. In seguito si poterono riconoscere i tratti comuni di questa corrente, attenta ad immortalare velocemente l'istante, l'impressione del pittore, in senso luministico, coloristico ed emotivo, con rapidi tocchi di pennello. È un tratto comune a molti artisti impressionisti quello della percezione e della riproduzione di un attimo fuggente, della sfida nella capacità di coglierlo e fissarlo sulla tela, in tutte le sue sfumature ed impressioni.
Claude Oscar Monet (Parigi, 14 novembre 1840 – Giverny, 6 dicembre 1926).
Alfred Sisley (Parigi, 30 ottobre 1839 – Moret-sur-Loing, 29 gennaio 1899).
Hilaire German Edgar Degas (Parigi, 19 luglio 1834 – Parigi, 27 settembre 1917).
Jacob Camille Pissarro (Charlotte Amalie, 10 luglio 1830 – Parigi, 13 novembre 1903).
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Paul Cézanne (Aix-en-Provence, 19 gennaio 1839 – Aix-en-Provence, 22 ottobre 1906)
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I toni chiari e le ombre complementari riflettono tutta la luce captata nella nuova esperienza del plein-air e permettono di ricreare l'atmosfera scelta dall'artista che, dallo spazio chiuso dello studio si trasferisce all'aperto per dedicarsi allo studio dal vero. Il plein-air rappresenta una grande innovazione impressionista, non perché sia stato inventato da Monet, poiché già la scuola di Barbizon vi si era cimentata, ma piuttosto perché viene praticato in toto: l'opera viene iniziata e finita all'aperto (e non rifinita in studio), riuscendo in questo modo a fissare la mutevolezza atmosferica con una tecnica veloce, fresca, sensibile.
La necessità di fissare rapidamente l'istante e l'essenziale rapporto con la luce determinarono inoltre una certa attenzione per lo studio del fattore temporale come motore del cambiamento, un grande interesse di Monet il quale, proprio su questo tema, realizzò la serie dedicata alla Cattedrale di Rouen , riprodotta più volte e in diversi momenti del giorno, al fine di fissare nell'opera le mutazioni luministiche ed atmosferiche.
Nel 1886 vi fu l'ultima esposizione impressionista. L'eredità lasciata da questo movimento, in fatto d'interesse luministico e di studio del colore, portò successivamente al pointillisme di Seurat che, perdendo l'immediata freschezza della tecnica impressionista, propone accostamenti di punti di colori puri in grado di dare all'occhio l'effetto delle tinte intermedie.
In Italia, in un contesto politico e sociale ben diverso, l'Impressionismo francese si tradusse nel movimento dei Macchiaioli, altrettanto dedito allo studio della luce e del colore, reso attraverso macchie, e attento a soggetti forse più popolari.
In sintesi, l'Impressionismo si cardina su precisi elementi:
il Plein-air come contestazione della pittura “costruita” e studiata in atelier; lo studio della luce, dell'ombra (non come macchia scura, ma colorata) e dell'atmosfera; l'attimo fuggente, inteso come registrazione veloce di un'immagine o di un'impressione per mantenerne la vividità; pittura veloce, istantanea, fresca; uso di colori puri e brillanti, accostati tra loro; attenzione per sia per i paesaggi naturali che urbani; costruzione delle immagini attraverso il colore.
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Federica Gennari