L'ARRESTO DI JEFFREY DAHMER
"Ora è finita. Qui non si è mai trattato di cercare di essere liberato. Non ho voluto mai la libertà. Sinceramente, volevo la pena capitale per me stesso. Qui si è trattato di dire al mondo che ho fatto quello che ho fatto, ma non per ragioni di odio. Non ho odiato nessuno. Sapevo di essere malato, o malvagio o entrambe le cose. Ora credo di essere stato malato. I dottori mi hanno parlato della mia malattia, e ora mi sento in pace. So quanto male ho causato... Grazie a Dio non potrò più fare del male. Credo che solo il Signore Gesù Cristo possa salvarmi dai miei peccati...non chiedo attenuanti". (Lettera inviata da Dahmer ad indirizzo del giudice responsabile del processo)
Il 22 luglio del 1991, veniva arrestato Jeffrey Lionel Dahmer (West Allis, 21 maggio 1960 - Portage, 28 novembre 1994), uno dei serial killer più noti degli Stati Uniti, noto anche come "Il cannibale di Milwaukee o Il mostro di Milwaukee".
Il suo caso viene risolto grazie a Tracy Edwards, il quale si presentò alla polizia di Milwakee in stato di choc dicendo di essere stato tenuto in ostaggio da un uomo sotto minaccia di un coltello. Quando Philip Arreola, il poliziotto che entrò nella casa del killer per primo, si trovò di fronte uno spettacolo agghiacciante: trovò tre teste conservate qua e là, tre in frigo e altre tre in cima all'armadio.
Nell'appartamento, trovarono seghe, secchi di metallo, coltelli da macellaio, trapani e quant'altro, ossa e teschi umani conservati con cura, casse di acido piene di resti umani, genitali mummificati conservati dentro un cappello. In tutto si trovarono resti di 15 persone e successivamente il serial killer confessò altri due omicidi.
Il 28 novembre 1994, il cannibale di Milwaukee, odiato da tutti, ha trovato la morte in carcere, per mano dello schizofrenico Christopher Scarver, detenuto per omicidio della moglie, che uccise Dahmer con la convinzione di eseguire una volontà divina.